Mirare al bersaglio o mirare al centro?
Ci sono due teorie la prima dice centro, così sei sicuro di centrare almeno il bersaglio, la seconda dice al bersaglio per comunque darsi tutte le possibilità di raggiungerlo o comunque di ottenere un buon risultato.
La distinzione tra queste due teorie è apparentemente molto discutibile fino a quando non si portano esempi concreti da applicare a entrambe le teorie. Sta di fatto che “chi non punta all’eccellenza non avrà mai la possibilità di conseguirla” (tratto da “La leadership per l’eccellenza” di K. Blanchard).
Oggi l’eccellenza in un leader è la capacità di saper motivare a lungo termine la propria squadra / team.
Quando parliamo di leadership, non possiamo più parlare di influenzare il pensiero e il comportamento altrui per realizzare un obiettivo, ma bensì, dobbiamo parlare di capacità di influire sugli altri per liberare il loro potere e il loro potenziale.
Si parla di considerare il morale e la soddisfazione per permettere un reale coinvolgimento che a sua volta permetterà eccellenti risultati. Una reale conciliazione tra gli interessi di tutti gli attori della situazione, in azienda il dipendente, il cliente e l’azienda stessa, per una crescita reciproca.
Un processo di sviluppo del leader e delle sue capacità, che gli permette una visione a 360 gradi, nel rispetto della soddisfazione personale di tutte le persone coinvolte. E ancora una visione che non sia solo a 360 gradi, ma a lungo termine.
I grandi successi dei nostri tempi dimostrano che i guadagni finanziari sono la conseguenza del raggiungimento di scopi più profondi e significativi (che il soldo in se).
La leadership impostata su criteri come Valori – Etica – Relazioni e Motivazione permette di raggiungere grandi scopi e i conseguenti profitti. Permette di sprigionare / liberare grandi talenti ed enormi forze, permette di raggiungere l’eccellenza.
Attraverso un percorso definito e con il contributo del coaching ogni individuo può trovare dentro di se le risorse necessarie per diventare un leader di nuova “generazione”.
- Un motivatore, che sappia apprezzare e valutare le competenze dei suoi partner per raggiungere in maniera più efficace ed efficiente, obiettivi comuni.
- Un organizzatore che riconosca le doti, i talenti e le qualità di tutti gli elementi e li “usa” al loro giusto valore.
- Un “visionario” che lavori per raggiungere uno scopo e per questo pianifica e concorda i giusti obiettivi.
Per finire permettetemi di citare Goethe: “Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere e magia”
Buon lavoro.